Che scivolo
per questa strada
di collina:
mi scivolo in salita.
Come si fa?
Me lo stavo chiedendo
anche io,
in effetti.
Come si fa
a scivolarsi
in salita?
Boh.
Però è così:
mi riesce.
A me mi riescono
cose strane
(ultimamente di più).
Comunque.
Mi scivolo
in salita
per questa strada
di collina
ci ho
un appuntamento
ma di quelli
che se tardi pure
chessò
dieci, quindici minuti
nessuno si scompone;
il tempo si scompone
quello sì,
ma andiamo oltre.
Dicevo.
C'ho un appuntamento
una questione di
focaccine, caffé,
latte (altadigeribilità
ché son intollerante
ormai quasi solo
al lattosio
al resto mi adatto,
capisco:
il lattosio
hai voglia a capirlo
mi spacca
lo stomaco comunque:
tipo quando
non dai un bacio
ché invece avresti dovuto).
C'ho un appuntamento
che è una questione
di colazione
-avrai capito-
e risalgo
scivolando
una strada
di collina.
C'è Carlo che mi fa
-urlando sommesso
come solo i contadini
sanno-
mi fa:
"Ohé, passi dopo
ché c'ho le uova?"
Io vorrei dirgli
"Certo, grazie!"
poi penso che le uova
se in discesa poi
non scivolo altrettanto
a casa non ci arrivano mica.
Gli fò un cenno, allora,
che più o meno significa:
"Passo, sì, ma le uova non so".
Si fanno dei cenni
in campagna -sapessi-
delle robe complicate
tipo ombre cinesi.
Vabè.
Scivolo in salita
e alla penultima ansa di collina
(ché qui la collina è come il mare
essendo che è vicino, quindi c'ha
le anse pure lei -loro: le colline)
io vedo camicie
e tende
che sbandierano
e mi vien voglia
di passarci in mezzo
sbucare d'improvviso
e trovarti alla finestra
che fai finta
di spaventarti
e invece
m'avevi visto.
Già.
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