Io me lo ricordo
quell'inverno duemilacinque:
un cazzo di freddo
mi ricordo.
Lo so
non è elegante
ma rende l'idea.
Neve sotto i portici
c'avevo delle scarpe
inconsistenti
un parka zuppo
un cazzo di freddo
(scusa)
poi mi ricordo
che a un certo punto
swosh
s'è fermato tutto
le macchine
le bici
le gonne
le borse
le frange delle sciarpe
il suono dei semafori
per non-vedenti
le porte
a scorrimento
di Melbucstor
le tazzine fumanti
nei bar
mi son voltato
t'avevo sottobraccio
mi sei sembrata eterna
(che poi mica lo eri
ma si capisce dopo)
attorno tutto fermo.
I fogli degli annunci
la musica nelle cuffie
gli scuter
le dita delle mani
nei guanti,
nei cappotti
(a loro volta)
le cose nelle buste della spesa
e un tizio
esasperato
m'ha detto
un poco dopo:
"Dura ancora molto
'st'epifania?
No, perché
-avrai sentito-
fa un cazzo di freddo"
(scusa)
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