Thursday, June 23, 2011

A fine giornata



A fine giornata
io mando via tutti
signori, si chiude
e neanche un ultimo giro.
A fine giornata
io devo star solo:
gli avanzi del cibo
le mance inadeguate
e gli accendini dimenticati
- mi scusi, l'ombrello.
Lo prenda, poi esca.
A fine giornata
non conto mai i resti
o l'incasso
mi limito a spegnere
le luci una ad una:
tre identici gesti
esatti e diligenti
e l'ultimo un poco in ritardo
per dare uno sguardo
alle sedie rovesciate sui tavoli
così sole e confuse
di non saper che fare
rivolte all'insù
senza uno scopo
che non sia soltanto aspettare
di essere di nuovo girate, domani.

(foto Lina Scheynius)

Thursday, June 16, 2011

La Lista dell'Attesa


Nelle mie mani,
unite a coppa
ci stanno:
due barche (di carta)
centodiciannove rotelle di liquirizia (impilate) (in equilibrio)
un certo numero di telecomandi per uso vario (pile in dotazione)
tre centimetri cubi di acqua (piovana) (forse più)
un certo numero di fili di maglione (difficile distinguere) (colori vari)
puntine da disegno (x)
un rocchetto di spago (corda)
Una camera da letto (in abete)
Una cucina a gas (cinque fuochi)
Dieci piccoli indiani (vivi)
Duemilioni di particelle di pulviscolo lunare (illuminate)
Biscotti (a piacere)
Briciole di biscotti (vedi sopra)
Bicchieri (due. Infrangibili)
Un mazzo da cento di fili d'erba (umida)
Pastelli (ventiquattro, senza scatola)
Dodici pennarelli (due senza cappuccio)
Fogli (mezza risma, circa)
Lenzuola (due)
Tre paia di boxer (mutande) (fanno comodo)
Oloturie (per il nome) (tipo cinque, forse sei)
Chiavi di casa (tre)
Chiavi della macchina (una)
Chiavi in mano (battuta)
Centocinquanta stelle (citazione)
Quattro cani (occhei, basta)
Calzini pesanti (due)
Tavole di legno (una cinquantina) (che te ne fai?) (lo so io)
Ago e filo (fanno comodo)
Due rotoli di scotch colorato (arancione)
Sale e olio (quanto basta) (QB)
Terra (dieci grammi) (grosso modo)
Formine per la sabbia (sette) (tutte diverse)
Una scala (per la prospettiva)

- Non ci credo.
- Eh.
- Ma che mani c'hai?
- Se non ti fidi,
controlla.

Sunday, June 05, 2011

Antenne


E 'stanotte dormo sul divano
per avere l'illusione
che io e te
possiamo ancora litigare
che possiamo smettere
di sbagliare
la mattina dopo
o che vieni a svegliarmi
per riportarmi fuori
recalcitrante per finta
ancora salvo
a riva.
Prima però, 'stanotte esco
unisco le antenne della televisione
con un filo di rame
sguainato dai cavi
di tutti i telefoni
da cui non ti ho chiamato
e faccio un ponte radio
lunghissimo
sui tetti
in mezzo ai nidi delle rondini
al muso perplesso dei gatti
alle invocazioni
spedite al cielo
senza troppa convinzione
ai palloncini impigliati
che si sgonfiano
senza alcuna soddisfazione.
Faccio un ponte radio
modulato di frequenze
che - codificate
e poi decodificate -
arrivano dritte a te.
Tu premi l'orecchio
forte, sul cuscino
acquattati come una squaw
sul bordo del comodino
e ascolta.
Poi, mi dici.
Io resto sintonizzato
con le braccia sotto le ginocchia
lo sguardo nostalgico
dei cosmonauti:
perennemente in su.
Quello che sai tu.