Wednesday, September 04, 2013

La terra vista dal mare (as-sestante)

Tutta una vita
presa sulla distanza
e questo difficile
abituarsi alla lontananza
che c'entra poi mica nulla
col vento
c'entra tanto invece
molto più del previsto
con la capacità di uscire
e entrare nei porti
attraccare e mollando
gli ormeggi, salpare.
Per poi arrivare a sera in un'isola
che, non fosse per il mare,
sarebbe un angolo lunare
con un cielo che strepita
gradienti incredibilmente regolari:
tipo "aggiungi nuovo livello" al tramonto
finché non è l'ora di dormire.
E la mattina svegliarsi
individuare una sagoma a riva
che si sbraccia in gestacci
al tuo indirizzo.
Scrutare riparandosi dal sole
vedersi sulla spiaggia
e chiedersi:
Che cavolo ci faccio lì
se sono appena presente
visto l'orario
a me stesso qui.
E come in quella
barzelletta vecchissima
urlare: spostati, tu!
E sentirlo risponderti
con la tua stessa voce:
Sei tu, caro mio
a doverti abbandonare.
Cambia rotta, ché ormai
hai fatto più di dieci giri
parallelici del globo per mare
e hai mancato tutti i continenti
in cui ti saresti dovuto fermare.
Un paio di volte già ce ne vuole
ma la tua - credimi -
è un'abilità particolare
ci vuole un'ostinazione
fuori dal comune
una vocazione a sbagliare.

Il tempo ti rende legno
umide le mani e i polpastrelli
la lingua che impiega
più del previsto
a riconoscere i sapori.
I segni sul viso
gli occhi abbagliati
per sempre dal sole
e una nostalgia della terra
- ferma la terra
immobile il tuo terrore
di non cambiare più -
difficile da spiegare.
Il tempo ti rende cima
che odora di sale rancido
come le camicie attaccate
alle promesse che per primo
mantieni a te stesso
e a nessun altro parli
e a nessun altro ammetti
quanto vorresti credere
di poter dire: mi fermo qui
posso restare?

Allora ti butti in acqua
nuoti male come male sai stare
su quello che ti sostiene
anche se non sembra
anche se c'è un modo
e solo uno
di andare a fondo.
Raggiungi la riva e te
che ti aspetti scuotendo la testa
Ce ne hai messo di tempo, ti dice
Ci ho messo il tempo che ci ho messo
- rispondi.
Ora spostati e lasciami
in pace
a prendere questo sole
di mattina che smeriglia
gli occhi
lasciami invadere
e respirare.