Saturday, September 22, 2012

Le parole rotonde


Come si fa
coi palloni che non tornano
come si fa
incastrati tra i rami
atterrati sui balconi
che risuonano di citofonate
a vuoto
come si fa?
La telecinesi
la dimentichi dopo i tre anni
il boomerang di Batman
dicono lo vendano solo
nei migliori negozi di giocattoli
e quei negozi - fidati
non esistono:
il migliore negozio di giocattoli
è tutto in un coltellino
e un ramo
e divertirsi
con la superficie delle cose
fintanto che
nasconde solo linfa e chiarore di legno.
Fintanto che
è solo corteccia arricciata.
Come si fa, allora
come si fa
con i palloni che spedirai
troppo in alto
troppo in là
affidandogli messaggi
e un'inquietudine che
chiameranno con nomi stupidi
- come si fa?
Vorrei dirti che lo so
dirti dei cancelli scavalcati
delle nocche sbucciate
delle citofonate
"Scusi signora,
non succede più signora,
non volevamo, signora".
Invece volevi eccome
e ricapiterà ancora
un milione di volte ancora
e non vorrai un altro pallone,
ma quello incagliato chissà dove
perché gli avrai affidato
dei pensieri
che la nostalgia
ti insegnerà ad amare.
Un secondo dopo
ad amare e
a non dover rimpiangere.
Mai.

(a mio nipote)

Friday, September 07, 2012

amMilano


Poi a un certo punto
era la fine degli anni novanta
la gente partiva
partiva da Roma
e andava amMilano.
Sparivano nel nulla.
Che tu chiedevi:
"Oh, ma che fine ha fatto quello?
È un po' che non lo vedo"
e ti rispondevano
"È andato amMilano",
come dicessero: "è morto"
ma con un po' meno pathos.
"Ma torna?"
"No".
Poi tornavano
ogni tanto, nel uicchend
ma erano diversi
parlavano pochissimo
e per lo più
solo con altra gente
che era andata amMilano.
Poi un po' di volte
a un certo punto
ci sono andato anche io
amMilano
e non capivo dove erano tutti.
Chiamavo gente a casa
e chiedevo: "Ma dove sta quello?"
"AmMilano!", mi rispondevano.
"Lo so, anche io sono amMilano"
- rispondevo.
"Per sempre?", mi chiedevano.
"No, poi torno".
Seguiva un silenzio
carico di scetticismo.
Come se da amMilano non si tornasse.
Mai più.
Insomma quello non si trovava.
O meglio: mi spiegavano che era alLavoro.
Sempre. Ché amMilano si va per lavorare, mi spiegavano.
"Sempre?" - chiedevo.
"Sempre", mi rispondevano.
"Ma sono le tre di notte!"
"Sempre", mi rispondevano.
Allora non capivo
e siccome io quando una città non la capisco
poi non mi piace
non sono più andato amMilano.
AtTorino sì, ma è tutta un'altra cosa.
Poi sono passati degli anni
la gente amMilano
ci andava sempre meno
"Torno in giornata", dicevano.
Come se, a rimanere per la notte
c'era il rischio che non si tornasse più.
Mai più.
Che si rimanesse amMilano a vivere
anche se non volevi.
Anche se non avevi un posto dove stare.
"Ti prendiamo un residence",
mi hanno detto una volta
che mi dovevano assumere e invece no.
Poi ci sono tornato amMilano
e ci sono stato anche bene
ma bene come puoi stare acCinecittà:
mica ci puoi vivere, acCinecittà
a un certo punto passa il vigilante
e ti dice "Ao', e mica è 'n albergo".
Ci ha le sue ragioni, effettivamente.
Quindi sono tornato arRoma
con grande scetticismo di tutti
nel vedermi intero
e non tipo ologramma.
Poi ci son tornato di nuovo
amMilano. Intanto ci facevo amicizia
così, a rate.
Come si dovrebbe fare con le persone
solo che io
sono più tipo da colpi di fulmine
intese folli e sregolate
invece amMilano si fa tutto con cautela
come nella jungla.
Quindi sono tornato ancora
per via che c'era lei
che m'aspettava al binario
invece poi
l'ho aspettata io
un classico
(il vigilante di Cinecittà
avrebbe approvato).
E ora mi chiedono:
"Ma sei amMilano?"
e io rispondo "Sì, ma poi torno
per qualche giorno".
Segue un silenzio
carico di scetticismo.
E un po' ci hanno ragione.