Monday, August 24, 2009

Arena

Lo sfiòco di luce
avvisa della pausa.
In un'arena estiva
sbilenca come questa
neanche dei popcorn,
la Bomboniera,
una cocacola, macché:
niente.
Si sgranocchia afa
e le ultime immagini
prima del secondo tempo.
Siamo in tre
-forse- quattro
contando l'addetto al proiettore.
Fissiamo ostinati il telo bianco
impettiti dall'imbarazzo
e dalla solitudine,
dalle sedie scomode
chiese in prestito alla cena del partito.
Le ultime immagini ricapitolate
come un numero di telefono importante
(ha carta e penna? No.)
per non perdere il filo della trama.
All'interno del cortile
ci scortichiamo
le punture di zanzara,
solleviamo con perizia i veli
di abbronzatura,
anatomo patologi delle migliori giornate
di sole sbriciolate tra le dita,
memorizzate sotto i polpastrelli,
già sbiadite dalla pragmatica ottusità
degli errori che si fanno solo quando
l'autunno si annuncia e ci invade
l'illusione che far provviste
non ingolferà le macchine al mattino:
che spianerà i tremori dei primi freddi.
E a te seduta in terza fila,
che respiri forte e impaziente,
magari proporrei tutt'altro.
Direi che 'sto film è una condanna,
un malanno intermittente
una macchia di luce e ombra gettata
con poca cura contro i muri
e vorrei dirti che
c'è ben altro
anche a pochi metri da qui
ci sono scalini un po' più freschi
dove raccogliere le gambe
e scoprire le ginocchia
e poggiarsi le teste sulle spalle
come se niente fosse come se niente poi
davvero ci preoccupasse
dietro le persiane del primo piano
sui tetti dei palazzi uggiolanti umidità,
niente come sembra niente come
riusciresti a immaginare;
ma la luce si spegne con un tonfo
dell'occhio che
si riabitua al buio
il secondo tempo
le ultime immagini ancora.

Wednesday, August 19, 2009

Poesiola piccoletta

Davanti alla mia casa
c'è un porto.
Al porto io ci vado
che ancora non è giorno
attratto da un richiamo
che
più o meno fa così:
mojado en ti
mojado en ti
Al porto io ci arrivo
con tutto il necessario.
Caffé per l'esplosione
dell'alba sulle guance
e un tubo di stelle filanti
in cui ti impiglierai
felice.
Così
prima o poi
tu mi catturerai.

Nientedacapire

E non c'è niente
da capire
diceva quello lì
che è una frase
abbastanza desolante
fa un rumore
-ne avesse uno-
di pallina che rotola
giù
tra le pinne
di un flipper;
un gesto
-ne avesse uno-
di mani in tasca
pugni chiusi
(gesù, che canzone)
un gesto
di voltarsi
e camminare
coi passi
pesanti il triplo
tipo sabbie mobili
e nelle tasche
un chilo di spiccioli
(oltre ai pugni chiusi
ché fan volume).
Ora, io dico,
non c'è niente da capire:
col cazzo
te ora mi spieghi
mi dici
i perché
i percome
i forse
i chissà
mi racconti tutte
le stronzate
che ti sei raccontata
ma tutte tutte
e pure quelle
che hai raccontato a me
ché la donna
c'ha un concetto
di stronzata
assai indulgente
perché c'ha l'istinto:
io c'ho l'intuizione
invece.
"Uno pari"
si potrebbe pensare
- col cazzo
(e due).
C'è da capire
c'è sempre da capire.
Spiega
ora mi racconti tutto
ne hai di arretrati
(anni)
mi metto comodo
guarda
neanche ti interrompo
mi mordo la lingua
mi torturo
le punte delle dita
mi gratto la testa
parla e spiega.
Sono uno
che se gli spieghi
poi si sente meglio
poi non conti più
diventi una cosa
minore.
Un sufflè che si sgonfia.
Un post-it che
si scolla.
Anzi guarda
-appunto-
ci ho ripensato:
facciamo che
basta.
No, sul serio
lascia stare
non è vero
che non c'è niente
da capire,
ma lascia stare
è uguale
cioè non è uguale,
ma non importa
più.

Wednesday, August 12, 2009

Push Player Two

Son problemi.
Il nemico dell'ultimo
quadro
richiede una sequenza di mosse
che non ricordo
e
non riesco neanche
ad avere incubi convincenti:
li smaschero
come fossero
bambini insistenti
la notte di Halloween
gli do un dolcetto
e sorridendo
li lascio al
prossimo campanello.
Niente scherzetto
niente scherzi
mani in vista
poggia le armi
e falle scivolare
lungo il pavimento
bravo, così
ora girati
e cammina
molto lentamente
fottutissimo nemico
dell'ultimo quadro
dammi tutte le monete
pure i bonus
bravo
con calma
aprimi il livello segreto
e lasciami lì
coi superpoteri
l'invulnerabilità
e tutto il resto.

Push player two
if you want
to join.

(darlin')

Una a Una

faccio la conta
delle luci
lasciate accese
le spengo
una
a
una
rabbuio
spuntando
insieme
le parole
scurisco
enigmisticamente
le lettere
con la penna
poi
scompaiono
anche le frasi
una
a
una
ti sto
evitando tutto
persino
ciò che è
evidente
scarnifico
insenature
e lascio
che il mare
ne prenda
il posto
per farti
fuggire
sicura
nottetempo
sicura
col favore
delle luci che spengo
una
a
una
finché
non resta
uno sciabordio
che oscilla
insieme
alla mia mano
che oscilla

Sunday, August 09, 2009

Homeblues

A casa tornerò
(oh-oh)
in tempo per
la replica
straordinaria
del tuo
sensuale
casalingo
ondeggiare
che arrotonda
(ah-ah)
gli spigoli
di ogni mobile
al solo
lambirli
(ih-ih)
la lista
disegnata
della spesa,
il caos
lungimirante
dei miei sbagli
diventati ormai
tema principale
argomento fondamentale
(eh-eh)
di tutte le nostre
risate a squarciagola;
e tremano i quadri
farneticano
le lancette
il tempo sarà un fremito
di cui riportare
le oscillazioni:
il canto del cigno
di tutte le preoccupazioni.
E quando mi vedrai
penzolare
dall'oleandro
al baobab
mi dirai
le mani sui fianchi
i fianchi che
arrotondano gli spigoli
mi dirai
fingendoti spazientita
- vieni giù!
e io
(uh-uh)
- Evvieni a prendermi tu.


(uh-uh)

Proporzioni

Son bravo
a misurarmi
allungato
da uno specchio
stazzonato
dall'estate
che trasuda
dai muri delle
mille case
di cui
disegno i corridoi.
Son bravo a
fare
i pensieri prospettici
che ti mettono
al sicuro
eppure mi tengono
all'oscuro
Per dire:
isometricamente
parlando
tu sei uguale,
per questo
non c'è
punto di fuga che tenga
non c'è
giustificazione
ottica
che assecondi
il volume
dei miei 'no'.
E un po' così
un po' qui un po' lì
l'estate si asciuga
sulla schiena;
a riva il cadavere
di tutte le urla
inghiottite
in reverse,
in alto il coraggio
mancato
appeso a un -mio- sorriso
cretino
che fa confusione
tintinnando
insieme agli spicci
nel taschino.

Monday, August 03, 2009

Interferenza

Malinconia torrenziale
aspettando
dietro il vetro
della finestra
il prossimo decollo
la pista vuota
la torre di controllo
produce
interferenze
scariche di
nostalgia
acuta
e
stridente
Le mani
illustrano
il concetto
poggiandosi
pudiche contro
il mobile
Raddoppiano
gli assalti
al tuo bel viso
inviano i
rinforzi
e l'accerchiamento
è completo
ma intanto
il disturbo
che mi son preso
è finito
e come un'interferenza
rettificata
mi sintonizzo
sul prossimo decollo
sgombro il campo
sgocciola
la malinconia
torrenziale
e non rimane niente
se non
un debole odore
assorbito dal mio.

Saturday, August 01, 2009

Cartografia2

E non portarmi
a casa
voglio arrivare alla sera
col sudore
che scurisce
i capelli sulle tempie
che surriscalda
ogni singolo
grano di ghiaia.

Disseminami
di indizi
su come
smettere
di mancare
ogni appuntamento
ogni riferimento.
Altera
i tracciati
salta sul posto
e amplifica
il segnale
ché io mi svegli
ché io mi avvicini
confuso di letto
a quello che trema.

Seguimi
per i corridoi
nelle pause
agli Autogrill
riempimi le braccia
di pacchi di biscotti
i Tuc
le caramelle
i settimanali
facciamo una scorta
da gettare sui
sedili posteriori
Quanto manca?
quanto manca.
Quanto. Manca.
Mi guarderai ancora
(mi guarderesti ancora)
così
mentre guido
quando avremo mille anni
e le automobili
si guideranno da sé
e noi non ci rimarrà
altro
che farci spettinare
fuori dal finestrino
a centodieci (più o meno)
in autostrada?
Mi guarderai (mi guarderesti)
ancora così?
Ché quando mi guardi
io mi sento
perso ma con la cartina,
la mappa:
perso ma
con cognizione di causa.

Oh capitan'
c'è un uomo in mezzo al mare
Oh capitan'
venitelo a salvare
hallo, hallo, sì sì vi spiegherò
datemi ascolto per favor.