Friday, May 25, 2012

Ode alla Femmina risanata


Fattucchieri di tutto il reame
chi è la più bella lo so.
Niente 'specchio specchio
delle brame'
né 'specchio riflesso'
delle battaglie navali
siracusane:
per quello non mi servite,
chi è la più bella lo so
non c'è paragone.
Fattucchieri di tutto il reame
piuttosto
datemi la ricetta per farla guarire
son giorni che è lì
tremebonda sul letto
siamo al centesimo risotto
(in bianco)
sono preoccupato:
c'è mica una corteccia
una radice
qualche zampa orrenda da tritare
per rimetterla in sesto
per farla migliorare?
Devo schiantare un drago di mazzate?
Lo faccio, basta dirlo.
Deviare corsi dei fiumi?
Roba di un paio d'ore.
Scalare castelli impenetrabili?
Ci ho dei problemi con le vertigini
ma basta non guardare in basso
- mi dicono.
Fattucchieri
qui la situazione si fa seria
anche perché nonostante i malanni,
io e lei, imprudenti
arrotoliamo le lenzuola lo stesso
no, non per le mura dei castelli
(un po' di malizia, orsù).
E lei continua a star male
febbre a tre cifre su scala Celsius-Mercalli
in fila per tre col resto di due
tutta in ebollizione.
Fattucchieri: e se mi evapora?
Non oso immaginare.
Quindi, vi dico, aiutatemi
ché qua la chimica scoraggia.

Il giorno dopo.

Fattucchieri.
Capisco il sistema medievale
di trasmissione dati
di cui siete dotati,
ma così l'arte medica
- ve lo dico -
difficilmente progredisce.
'Manco una telefonata
un corvo,
un piccione:
niente.
Comunque.
Tutto a posto.
'Stamattina s'è svegliata
ha aperto le finestre
m'ha sorriso
(una cosa che confondo sempre
col giorno che inizia
- ma è un'altra storia)
e m'ha chiesto di accompagnarla
a comprare delle scarpe.
Ora.
Non so voi
che siete fattucchieri,
ma io
delle femmine
non c'ho mai capito nulla.

Wednesday, May 16, 2012

A sua Immagine e Somiglianza (soprattutto Somiglianza)


Dunque.
Facciamo un po' di ordine
qui.
Che è 'sto casino?
Ordine, ci vuole.
Cominciamo con l'allineare
le matite sulla scrivania
come Fox Mulder
eventualmente per poi
conficcarle perpendicolari
al pavimento, nel soffitto.
Allineare tutto.
Le luci dei lampioni:
mettersi in asse
per vederle scomparire
in un'unico sfogo
di vapore di mercurio.
Allineare pure le luci
sui comodini
negli appartamenti
che si tengono tutto dentro
fino all'alba
al riparo dalle strade
e di chi svuota i cassonetti
in anticipo.
E - a proposito di strade -
ricalibrare tutta la segnaletica
srotolare le rotatorie
combaciare i bivi
incroci in bolla
più dritti del dritto.
Riepilogare alfabeticamente
tutte le disgrazie e le gioie
chiamarle all'appello
segnare presenze
e assenze
preoccuparsi della giustificazione
solo se la firma è falsificata.
Ordinare i libri
per altezza
colore
editore
titolo
autore
ordinarli per prefazione
per postfazione
per consunzione
e numero di orecchie fatte alle pagine.
Elencare i propri difetti
schedare i pregi
chiudergli contro i cassetti
di un classificatore pesantissimo
con quel suono irresistibile
delle rotelle nelle guide.
Fare ordine, mettere tutto al suo posto
- gradatamente -
come si dovesse andar via
partire, traslocare
via.
Perché se il mondo
è a sua immagine
e - soprattutto - somiglianza,
se il mondo le assomiglia
tutto il resto che è stato non c'entra
tutto il resto che è stato va capitalizzato
ordinato e poi, semmai, utilizzato.
Tutto va riallineato,
come i pianeti nel giorno
in cui decidono che le orbite
servono a gravitare vicini
sballottati nel mistero cosmico.
Poiché
se pure tutto il resto
giustifica teoreticamente
la sua presenza
il mondo incorniciato in finestra
ve lo dico io, serve a poco
ci si fa poco col mondo
(viaggiatori e astronauti
siete avvisati)
se tutto quel casino là fuori
non è a sua immagine
e - soprattutto - somiglianza.

Sunday, May 06, 2012

Favola della buonanotte

Rientrare e
appendere certe fitte di dolori
- fastidi antichi reumatici -
come camicie alle grucce
gualciti da un giorno
che sembrano due.
Spianare le ore e i minuti fuori fuoco:
le spalle che ci vedono doppio
o piuttosto chiedono
qualcosa di più
persino alle sconfitte.
E lei che già dorme
con tutta una forma nel sonno
anatomica sistemata per me
e il mio di sonno che
invece arriverà tra poco
quando crollare
non sarà segno di alcuna resa
ma esercitare le braccia e le mani
per imparare nel modo migliore
il modo migliore di stare al mondo domani.
Perciò faccio
quello che c'è da fare
con il respiro caldo della casa che lascio
camminarmi dentro
a passi piccoli e fremiti di assestamento
infilo il cappotto
e mi avvio
a fare
quello che c'è da fare.
Inizio il giro di ricognizione
della sua città:
umetto indice e pollice
e spengo le luci
una ad una
improvvisandomi lampionaio
con calma
mando tutti a dormire
non fate storie
e niente favola
della buonanotte
ché ne ho una sola
almeno 'stavolta
ed è soltanto per lei.