Friday, April 12, 2013

Le tre guerre d'indipendenza


I
Non sono neanche nato
e già
l'unica guerra che combatto
è per la Bellezza.
Qualcosa che la protegga
e faccia sentire protetto
anche me
finché l'uovo non si rompe
e sei costretto a nascere
finché fuori è un posto
diverso dai geni in cui
non vuoi riconoscerti
dai segni con cui
impari a descriverti.
E il campo di battaglia odora
di sconfitta prevedibile
di Tegolino abbandonato
sul fondo della cartella
dove neanche le schegge
dei pastelli
spuntati
possono più nulla.

II
Sulla panoplia ordinati
silenzio e solitudine:
armi bianche devastanti
peggio di un kriss malese.
Inizi a collezionarle
quando scopri che i desideri
hanno i loro intoppi
e lo capisci dal rumore
di scarpe da ginnastica
incagliate sul linoleum.
Contare i giri di campo.
Misurare il perimetro
di ogni sfida
di ogni limite superato.
Non sei ancora oltre, ragazzo,
ma non stare a pensarci.
Non troppo.
Piégati e spèzzati
rompi e paga
ché i cocci sono tuoi
comunque vada.

III
Questo presente è il tempo
questo persempre è il tempo
di oggi e di domani
in cui si riprende fiato
il tempo in cui
non si reagisce e si impara
a incassare si impara.
La fiducia che
a un colpo subìto
andato
a segno ieri
non seguirà il tuo
oggi.
Perché sarai a un incontro
diverso.
Tutta la vita a allenarsi davanti
a uno specchio e
'stavolta, per una volta
è il turno delle tue ombre
da schivare e colpire.
Inchiodare
- preciso -
sul muro.