Wednesday, July 25, 2007

Vertigine






Avessi potuto, quella lettera non l'avrei mai scritta. Sogno spesso, da allora, le singole parole che si cancellano sotto i tuoi occhi: consumate prima di essere lette, spariscono nella tua ansia di ricevere una spiegazione. Vorrei dirti una cosa. Dirti di tenerla come un segreto perché questo è: un segreto che ti svelo proprio adesso che sul ponte della nave guardo in giù e sei l'unico a non agitare un fazzoletto bianco. L'unico che non spera in un ritorno.
Hai una maniera sciocca di chiedermi le mie ragioni. Inizi le frasi con i 'perché', mentre dovresti affidarti agli 'affinché'. Parto non perché io lo voglia o perché voglio interporre il gusto della distanza. Parto affinché tu impari a desiderare questo viaggio per me, affinché tu conosca il gusto della mia distanza. Il sapore che avrò quando sarò lontana.
Sorrido di tutti i bagagli che ho visto imbarcare. Valigie affastellate in piramidi precarie, legate con corde che scricchiolano. Sorrido di chi cerca di portare con sé la maggiore quantità possibile di passato. Il mio ingombro è minimo anche se non è affatto minimo quello che conservo. Ma stipo i ricordi in modo differente, li avvoltolo sottopelle, come se gli incavi dei gomiti o le rughe d'espressione avessero un doppio fondo. E' comodo e pratico ed è più doloroso perché meno visibile. Meno ingombrante agli occhi. Più pesante immediatamente dietro le palpebre.
Il segreto che ti svelo proprio adesso, adesso che questa nave enorme salpa e i boccaporti vengono chiusi e i ciminieri rombano impazienti, è tutto nel vedermi appesa alla ringhiera bianca. Vedermi indistinta eppure così ben delineata tra la confusione di una folla di promesse messe sull'acqua a decine di metri dal più remoto dubbio di affogare. Il segreto non è in quella lettera nella tasca dei tuoi pantaloni, non è nel saluto sbrigativo che ti ho dato. Il segreto -ti stupirà- non è neanche nella calma che ostento, concentrata nelle nocche delle mani che sbiancano mentre stritolano la ringhiera. Il segreto è la vertigine che mi dà guardarti da quassù mentre la chiglia si separa dal molo, la stessa vertigine che immagino provochi il vedermi allontanare e assumere le dimensioni di qualcosa che potresti tenere in una mano. Eppure parto e non c'è mano né promessa. C'è una leggera vertigine, che richiamo al mio equilibrio, pensandoti distante.



[Vertigo]

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