Thursday, July 23, 2009

L'ultima mano (con la rivincita)

Sparecchio.
Le briciole che mi fanno
il palmo della mano
a grattugia.
S'è a quel punto
in cui
pure un bicchierino
d'amaro
è lo stargate
della filosofia spicciola.
E le sigarette
paiono accendersi al ralenti
come nei films
quelli vecchi
ché si fumava in un altro modo
tipo Marcello:
la prima come dopo una stecca intera.
O tipo Gian Maria,
come fosse una firma
da mettere senza perder tempo
ma con lo svolazzo
finale.
Insomma
siamo al dopocena
e nessuno parla
nonostante l'amaro
ognuno s'è incastrato
in certi pensieracci scomodi
peggio delle sedie
che c'ho in cucina
e a me
mi fa un po' tenerezza
e un po' dispiacere
che siamo tutti così
incartati all'ultima mano.
Pure se poi
ci si concede la rivincita
e poi 'la bella'
mi dispiace:
mi fa malinconia.
Allora piglio un foglio
ci scrivo una cosa su
un paio di parole
e poi lo passo
in senso orario
lo faccio girare
il foglio e una penna
e ognuno si
stropiccia la
parte bassa della fronte
qualcuno
si mette composto
come a scuola,
concentrato,
roba di secondi
però concentràti.
Il foglio torna a me
e ci faccio una palla
accartocciandolo
lo presso per benino
aerodinamico
spalanco la finestra
e lo tiro di sotto
in un silenzioso
applauso di accomodamenti
sulle sedie
e mani che lisciano
i pantaloni.
"Oh, 'sto amaro
comunque
a berlo
pare che
ti ingoi i rimorsi
del diavolo
pare."
Mi dicono.

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